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Più del 7% della popolazione italiana soffre di calcoli renali. Tutti i consigli della nutrizionista per prevenire la calcolosi renale con l’alimentazione, la giusta acqua da bere e altri rimedi naturali.
I calcoli renali colpiscono in media il 7,5% degli italiani, con un picco tra i 55 e i 60 anni. Nel 3% dei casi la patologia è silente, priva di sintomi. La recidiva entro 3 anni, vale a dire il riacutizzarsi dei sintomi, riguarda il 50% dei pazienti. È quanto emerge dallo studio epidemiologico svolto in Italia nel 2012 (Croppi E., Gambaro G., GEA Firenze Study Group, 2012), che testimonia come il problema sia diffuso nel nostro paese.
In questo articolo offriamo una panoramica completa sulla calcolosi renale: dalle cause ai sintomi, offrendo tanti consigli pratici sulla dieta, la corretta idratazione e i rimedi naturali più efficaci.
Tipi di calcoli renali
I calcoli renali possono essere raggruppati in due macro-categorie:
- Nel 70-80% dei casi i calcoli sono formati principalmente da calcio (ossalato di calcio, fosfato di calcio o un misto dei due).
- Nel 20-30% dei casi abbiamo:
– calcoli di acido urico, più frequente nei soggetti obesi o con la gotta, e pari al 5-10% dei casi;
– calcoli di struvite, ossia fosfato idrato di ammonio e magnesio. Si tratta di calcoli che riguardano il 10-15% delle persone colpite da calcolosi renale, in particolare le donne, perché più soggette alle infezioni delle vie urinarie.
– calcoli di cistina, la tipologia più rara.
Finché il calcolo rimane nel reni la patologia può rimanere asintomatica. Quando i calcoli passano nell’uretere si verifica invece la cosiddetta “colica renale”. Se i calcoli sono molto piccoli, si parla di renella, o sabbia renale. Questi microcalcoli possono spostarsi nella vescica e nelle vie urinarie, causando sia disturbi alla minzione che vere e proprie coliche.
Le cause della calcolosi renale
La calcolosi renale può avere cause genetiche e/o ambientali, ed è spesso associata ad altre condizioni, come le malattie infiammatorie intestinali, l’obesità, l’insulino-resistenza e l’ipertensione. L’insorgenza dei calcoli renali, e le recidive in chi ha già avuto episodi di calcolosi, possono però dipendere anche da errori alimentari e cattive abitudini. Ecco i più comuni:
- Bere poco
- Consumare troppo sale
- Esagerare con le proteine animali (carni rosse e grasse, salumi)
- Alimentazione priva di calcio alimentare
Calcoli renali e alimentazione
Alcune semplici accortezze a tavola e nella vita di tutti i giorni possono aiutare a prevenire la formazione dei calcoli.
Bere di più per stimolare la diuresi
Per capire se l’idratazione è adeguata basta controllare il colore delle urine, che deve essere chiaro. Le urine scure sono invece indice di scarsa idratazione, un fattore che contribuisce ad aumentare il rischio di calcolosi renale. Per chi soffre già di calcoli è importante bere almeno 2-2,5 litri di liquidi al giorno.
Limitare gli alimenti acidificanti
In particolare va ridotto l’apporto di proteine animali, formaggi e alimenti grassi.
Aumentare le porzioni di cibi alcalinizzanti
Si consiglia il consumo di frutta, verdura e cereali integrali.
Ridurre l’uso del sale
In cucina può essere sostituito con erbe aromatiche e spezie per insaporire i cibi.
Consumare più fibre
Importanti perché contrastano la formazione dei sali di calcio, all’origine dei calcoli renali.
Scegliere alimenti ricchi di citrati
I citrati, presenti ad esempio nei limoni e in altri agrumi, riducono la formazione degli ossalati di calcio, e quindi dei calcoli più comuni.
Nel caso di calcoli di acido urico è inoltre necessario limitare al massimo i cibi ricchi di purine (come frattaglie, cacciagione, frutti di mare e alici). Chi è colpito da calcoli di ossalato dovrebbe invece ridurre l’introito di alimenti che contengono questo sale (tra i quali spinaci, barbabietole, asparagi, fragole, cioccolato e frutta secca), oppure associarli a cibi o acque minerali ricchi di calcio. Il calcio aiuta infatti a cristallizzare l’ossalato già nel colon, evitando di farlo assorbire e aumentare nelle urine.
Calcoli renali: quale acqua bere
Le acque minerali calciche sono particolarmente utili per la prevenzione della calcolosi nei soggetti a rischio.
Ma quale acqua bere quando la calcolosi renale è già in atto? Come abbiamo visto, il primo obiettivo è quello di aumentare la diuresi. Tutte le acque hanno un effetto diuretico, indipendentemente dalla loro composizione. Le acque minimamente mineralizzate e quelle oligominerali hanno però un effetto diuretico più marcato e sono la scelta migliore per chi soffre di calcoli renali, in quanto:
- favoriscono la diuresi
- svolgono un’azione detox, eliminando scorie e impurità
- aiutano a prevenire la formazione dei calcoli renali
Grazie alla loro composizione, queste acque contrastano la precipitazione e l’aggregazione dei cristalli salini, rendendo solubili i fosfati e gli ossalati che vanno a comporre i calcoli. Le acque “leggere”, minimamente mineralizzate e oligominerali, sono utili anche quando il calcolo è già formato, perché aiutano a eliminarlo.
Numerosi studi hanno dimostrato che mantenere un buono stato di idratazione riduce la frequenza del primo episodio di calcolosi renale e dimezza il rischio di recidive. Gli esperti consigliano un apporto idrico in grado di garantire una diuresi giornaliera di almeno 2 litri.
I primi sintomi di un episodio di calcolosi renale sono fitte alla schiena e ai fianchi e difficoltà a urinare. Quando arrivano queste avvisaglie può risultare efficace il cosiddetto “colpo d’acqua”. Bisogna bere rapidamente (in 5 minuti) circa 1-1.5 litri di acqua minimamente mineralizzata. In questo modo si genera una potente spinta urinaria, che facilita l’espulsione del calcolo o della renella.
Rimedi naturali contro i calcoli renali
Alcune piante si sono dimostrate particolarmente efficaci per la prevenzione e il trattamento della calcolosi renale.
Phyllantus niruri (chanca piedras, spacca pietre)
È una pianta di origini sudamericane, usata a scopi salutistici da oltre 2000 anni. È utilizzata nella medicina tradizionale brasiliana, ma anche in quella indiana “ayurvedica”, per contrastare la formazione dei calcoli renali e biliari. Grazie ai principi attivi contenuti nelle sue foglie e nelle radici favorisce l’espulsione dei calcoli e rende solubili i sali che li compongono. Un recente studio italiano svolto presso l’ASL1 di Cuneo ha inoltre evidenziato le sue proprietà antibiotiche, decongestionanti, antispasmodiche e diuretiche.
Equisetum arvense (equiseto o coda cavallina)
L’equiseto è una pianta molto diffusa, che cresce lungo campi coltivati, fossi e scarpate. Soltanto la specie arvense è però adatta all’uso interno, le altre contengono infatti alcaloidi tossici, è quindi meglio evitare la raccolta fai da te. Ha proprietà antinfiammatorie, diuretiche e antibatteriche, molto utili contro le patologie dell’apparato urinario. È inoltre ricco di silicio, che aiuta a prevenire la demineralizzazione delle ossa e delle unghie.
Solidago virgaurea (verga d’oro)
La verga d’oro è una pianta comune, dal fusto lungo e con fiori gialli. È nota per le sue proprietà diuretiche e antinfiammatorie, è quindi indicata in caso di cistiti, uretriti, calcoli renali e iperuricemia.
Tra i gemmoderivati possono essere utilizzati anche il Faggio (Fagus sylvatica) e la Betulla (Betula verrucosa), utili nel drenaggio dei reni e dell’apparato urinario.
Calcolosi e Aromaterapia
Alcuni oli essenziali possono aiutare a lenire il dolore durante la colica renale.
Consigliamo in particolare:
- Olio essenziale di camomilla, ad azione antinfiammatoria
- Olio essenziale di lavanda, spasmolitico e antinfiammatorio
Per sfruttarne le proprietà basta diluire 3-4 gocce in una piccola quantità di olio di mandorle, da usare per massaggiare la zona renale fino al completo assorbimento.