L’acqua minerale è un bene vivo e facilmente alterabile, proprio per questo deve essere conservata e trasportata nel modo giusto. Vediamo tutto quello che c’è da sapere sulle bottiglie per l’acqua e gli altri contenitori.
Le bottiglie e gli altri contenitori per l’acqua sono estremamente importanti. L’acqua minerale è infatti un bene semplice, ma di inestimabile valore, che deve arrivare sulla tavola del consumatore così come sgorga dalla fonte, senza alcuna alterazione delle sue caratteristiche originali. Proprio per questo è importante conservarla e trasportarla nel modo giusto.
A cosa servono i contenitori per l’acqua?
Le bottiglie e, più in generale, i contenitori per l’acqua devono svolgere due funzioni principali:
- mantenere le caratteristiche iniziali del prodotto
- proteggere l’acqua da inquinanti esterni e alterazioni
Oltre a fungere da barriera nei confronti dell’ambiente esterno, i contenitori dell’acqua devono risultare inerti e non cedere sostanze che potrebbero modificare – direttamente o indirettamente – le caratteristiche organolettiche del prodotto, alterandone il sapore e/o l’odore.
I contenitori per l’acqua minerale
I contenitori delle acque minerali utilizzati in Italia sono di tre tipi:
- vetro
- plastica (PET)
- CP – cartone politenato (brick)
Negli ultimi anni si è assistito a un netto orientamento del mercato verso le bottiglie di plastica, che coprono oltre due terzi dell’intero volume nazionale. Da una indagine retrospettiva del mercato, si nota come dal 1985 ad oggi la quota dei contenitori in vetro sia scesa dal 92% al 23%, mentre quella in plastica sia salita dal 6,5% al 76%. A differenza di altri settori, come quello delle bibite, segnaliamo che le lattine di alluminio non vengono impiegate per il confezionamento delle acque minerali.
Bottiglie di vetro per l’acqua
Le prime bottiglie di vetro vennero fabbricate in Mesopotamia e in Egitto attorno al 1500 a.c. e da allora il vetro continua a essere, nell’industria del confezionamento, il materiale ideale per conservare cibi e bevande. Inizialmente le bottiglie venivano fabbricate a mano, attraverso la tecnica della soffiatura del vetro fuso. Solo nel 1903 Owen progettò e realizzò nell’Ohio (USA) la prima macchina automatica per la produzione di bottiglie. Nel 1940 una bottiglia pesava 538 grammi, oggi il suo peso è più che dimezzato.

Le bottiglie di vetro permettono di mantenere al meglio le proprietà chimico-biologiche, il gusto e la carica batteriologica dell’acqua e hanno proprietà che le rendono particolarmente adatte per il confezionamento dell’acqua minerale:
- trasparenza
- inerzia chimica
- impermeabilità a gas e microrganismi
- inalterabilità nel tempo
- duttilità e attitudine al riciclo
Tuttavia, come per le bottiglie di plastica, anche con l’acqua in vetro è necessario rispettare le norme di corretta conservazione. In questi ultimi anni la bottiglia di vetro ha acquistato una immagine di sempre maggior prestigio e, per questo, è utilizzata nella ristorazione e nel packaging di lusso.
Bottiglie di plastica: dal PVC al PET
Le bottiglie di plastica nascono negli anni Sessanta del secolo scorso e trovano subito un loro mercato. I costi di gestione delle bottiglie di vetro (produzione – lavaggio – riutilizzo) sono infatti molto alti, tanto da indirizzare le aziende a cercare nuovi sistemi di confezionamento a costi minori e a creare i vuoti a perdere.

Dal 1960 il PVC inizia a sostituire il vetro per l’imbottigliamento delle acque minerali non gassate. Il vetro continua però resistere perché il PVC, essendo relativamente permeabile ai gas, non risultava adatto al confezionamento delle bevande gassate.
Limitazioni d’uso del PVC e altre problematiche igieniche e ambientali hanno portato alla ribalta il PET (polietilene tereftalato o polietilentereftalato), una resina termoplastica che idonea anche per le bevande gassate in quanto trasparente e resistente ai gas.
Nel corso degli anni, il consumo di acqua minerale in PET è progressivamente aumentato, raggiungendo circa il 70-75% dell’intera produzione. Il successo del PET è legato soprattutto ai suoi minori prezzi di realizzazione e trasporto. Uno stesso autotreno riesce infatti a trasportare circa il 40% in più di bottiglie di acqua in plastica rispetto al vetro: 19.000 litri in vetro contro gli oltre 26.000 litri della plastica.
CP (cartone politenato)
Il contenitore-tipo è il Tetra Brik, un contenitore a forma di parallelepipedo composto da un foglio multistrato formato da:
- carta, l’elemento esterno che dà forma, rigidità e personalizzazione ai contenitori
- polietilene, il materiale che rende impermeabile i contenitori
- alluminio, l’elemento di barriera supplementare dei contenitori per assicurare la conservazione nel tempo del prodotto

Sono molti i prodotti alimentari confezionati in Tetra Brik, il più diffuso è senza dubbio il latte, seguito da succhi di frutta e i vini da tavola. Nonostante i suoi numerosi pregi, il Tetra Brik non è trasparente, una caratteristica che lo ha reso estremamente marginale nel settore delle acque minerali, dove è impiegato per appena l’1% dell’intera produzione.