Salve,
da sempre bevo l’acqua del rubinetto di casa. Da poco mi hanno regalato un bollitore elettrico, che uso per il tè.
Ultimamente ho notato tante parti bianche che rimangono all’interno del bollitore, è calcare?
Grazie a un filtro posso evitare di far finire i residui nella tazza, ma mi chiedo, è il caso che continui a bere quest’acqua?
Laisa
Salve Laisa,
le incrostazioni biancastre che trovi nel tuo bollitore dopo aver bollito l’acqua del rubinetto sono dovute proprio al calcare. Il calcare nel bollitore, che può presentarsi anche sotto forma di patina bianca, è formato da sali minerali. In particolare si tratta di carbonati di calcio e magnesio e di sali di silicio.
Quando l’acqua arriva alla temperatura di ebollizione i sali tendono ad aggregarsi e, anziché essere sciolti nell’acqua, “precipitano” aderendo alle pareti e al fondo del bollitore, oppure alla resistenza che trasmette il calore. Quello che si nota con il calcare nel bollitore è, in sostanza, lo stesso fenomeno che avviene all’interno degli scaldabagni elettrici e che, nel tempo, può determinare malfunzionamenti e guasti.
Il calcare nel bollitore fa male?
Il calcare nel bollitore non rappresenta un pericolo, ma può comunque risultare fastidioso. Ridurne la presenza con la bollitura e la filtrazione dell’acqua per tè, tisane e caffè è sicuramente un sistema efficace, perché contribuisce anche a limitare il contenuto di cloro, un elemento indispensabile per la disinfezione delle acque potabili.
L’acqua del rubinetto, grazie a questi interventi, è assolutamente sicura e può essere bevuta senza problemi. Anche un’acqua particolarmente dura non è un rischio per la salute. Le aziende acquedottistiche che gestiscono la distribuzione delle acque sono infatti tenute per legge a garantirne la potabilità e la sicurezza.
Sali e durezza dell’acqua
I sali di calcio e di magnesio determinano quella che viene definita durezza dell’acqua. La durezza delle acque potabili, così come quella delle acque minerali naturali, cambia a seconda della composizione geologica dei terreni da cui provengono. Quando i sali precipitano per ebollizione determinando depositi e incrostazioni, come nel caso del calcare nel bollitore, si parla di “durezza temporanea”. La “durezza permanente” è invece legata a sali che non precipitano con l’ebollizione, quali cloruri e solfati.