L’acqua del rubinetto (o di acquedotto), è l’acqua potabile fornita delle aziende acquedottistiche. Scopri le sue caratteristiche e proprietà.
Quella che viene comunemente chiamata acqua del rubinetto, è l’acqua fornita dalle aziende acquedottistiche attraverso la rete idrica, ma può essere distribuita anche attraverso cisterne, bottiglie o altri contenitori.
L’acqua del rubinetto è al centro di un sistema che funziona bene e offre ampie garanzie ai cittadini. All’acqua che arriva direttamente nelle abitazioni, si sono recentemente affiancate numerose case dell’acqua, erogatori di acqua pubblica che distribuiscono acqua liscia o frizzante, sicura e sempre refrigerata.
Non tutti lo sanno ma secondo la legge l’acqua del rubinetto deve possedere per legge un requisito fondamentale: la potabilità.
L’acqua del rubinetto è potabile
Per essere considerata potabile l’acqua dev’essere priva di microrganismi, batteri o larve di parassiti che potrebbero provocare malattie, non deve essere inquinata né contenere sostanze chimiche potenzialmente dannose. Infine, nell’acqua potabile non devono trovarsi disciolte sostanze che la rendano sporca o colorata, o che le diano un odore o un sapore particolare.
Questo vuol dire che l’acqua di acquedotto potabile deve essere inodore, incolore, insapore, salubre e pulita.
Acqua di acquedotto potabile, altre caratteristiche
Le acque di acquedotto destinate al consumo umano sono inoltre caratterizzate da:
- Diverse fonti di approvvigionamento: si possono usare sia acque sotterranee che superficiali e acque salmastre, a patto che siano opportunamente trattate.
- Composizione chimica variabile: attraverso le condutture di uno stesso acquedotto possono fluire acque di diversa composizione. Quelle provenienti dalla potabilizzazione delle acque superficiali (come laghi e fiumi), possono infatti variare significativamente dal punto di vista del contenuto salino.
- Un range ben definito di sali disciolti: questa quota, che corrisponde al Residuo Fisso a 180° C, deve rientrare tra 0.30 e 1500 milligrammi per litro, e deve rispettare i limiti massimi di concentrazione previsti dalla legge per i diversi elementi presenti.