Un adeguato apporto di liquidi e di sali minerali è fondamentale per il funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Oltre a favorire il continuo ricircolo dei fluidi corporei, può:
- risultare un grande alleato nel mantenimento di una ottimale attività contrattile ed elettrica cardiaca
- aiutare a prevenire fenomeni trombo-embolici venosi, eventi coronarici acuti e l’ictus cerebrale ischemico, intervenendo sui fattori di rischio
- essere un valido aiuto nel trattamento di alcuni stati patologici come l’ipertensione arteriosa di grado lieve

Idratazione e fattori di rischio cardiovascolare
Secondo uno studio pubblicato dall’American Journal of Epidemiology, bere almeno cinque bicchieri d’acqua al giorno riduce le probabilità di avere un infarto del 41%.
Un ruolo importante nella prevenzione di eventi coronarici sembra averlo la composizione in sali minerali dell’acqua bevuta.
Sembrerebbe infatti che bere acqua “dura”, ovvero con una elevata concentrazione di calcio e magnesio, riduca la probabilità di eventi dell’1% per unità di durezza in più dell’acqua.
A questo sono giunti alcuni ricercatori finlandesi dopo un’indagine su 19.000 soggetti che avevano già avuto un infarto. Nello stesso studio viene anche riportato un aumento del rischio del 4% per ogni microgrammo di ferro in più, e del 10% per analoghe quantità di rame.
Un apporto idrico insufficiente rende invece il sangue più denso e viscoso, come dimostrato da un aumento dell’ematocrito, fattore di rischio di trombosi.
L’ipercolesterolemia può essere contrastata con l’assunzione di acqua gassata o con acque solfate.
Acqua, ipertensione arteriosa, insufficienza cardiaca
Anche se la quantità di sodio apportabile con l’acqua è relativamente modesta, per chi soffre di ipertensione arteriosa sarebbero da privilegiare acque minimamente mineralizzate o oligominerali con basso contenuto di sodio (meno di 20 mg/L), che favoriscano la diuresi e l’eliminazione del sodio in eccesso.
Pochi milligrammi di sodio in più o in meno non fanno la differenza: maggior cautela va posta invece sull’uso abituale di acque minerali con un contenuto di sodio maggiore di 200 mg/L.
Attenzione infine ai pazienti portatori di insufficienza cardiaca congestizia o con tendenza alla ritenzione idrica. In questi casi vanno attentamente monitorati da parte del medico diuresi e bilancio idroelettrolitico.
In base a questi valutare qualità e quantità dei liquidi da ingerire. In alcune condizioni un eccesso di liquidi può risultare controindicato.