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L’acqua, elemento cardine per favorire la regolare funzione intestinale, è da sempre considerata un utile mezzo di prevenzione e cura di molte patologie dell’apparato digerente.
La stipsi
Più si beve e più le feci che si formano saranno morbide e voluminose, allontanando la stipsi. A contatto con l’acqua, poi, le fibre tendono a gonfiarsi e, premendo sulle pareti dell’intestino, ne stimolano le contrazioni e favoriscono la velocità di transito.

Indicate in caso di stipsi:
- acque ricche di sali minerali, in particolare le magnesiaco-solfate o le cloruro-sodiche
Queste acque sono però sconsigliate per il consumo quotidiano, al fine di scongiurare la comparsa di effetti indesiderati come una massiva azione purgativa o un possibile innalzamento della pressione arteriosa.
I disturbi digestivi
Le più utilizzate sono le acque bicarbonato-calciche.
Bevute durante i pasti
- favoriscono la digestione e lo svuotamento gastrico
- il bicarbonato tende a diminuire l’acidità del duodeno favorendo l’azione degli enzimi pancreatici
- assunte a digiuno inibiscono la secrezione gastrica tamponando l’acidità di stomaco
A livello epatico determinano, invece, un aumento del flusso della bile e degli acidi biliari, facilitando la digestione e in particolare l’assimilazione degli acidi grassi.
Il colon irritabile
Nella sindrome del colon irritabile, oltre alla dieta, è raccomandato un abbondante apporto idrico orientato soprattutto verso quelle acque in grado di abbreviare il tempo di transito intestinale, come le bicarbonato alcalino terrose, cioè acque bicarbonate calcico-magnesiache con pH basico (superiore a 7.5).
L’iperacidità gastrica e le gastriti
Le acque bicarbonate calcico-magnesiache con pH basico (superiore a 7.5) risultano utili anche nelle forme di gastrite ipersecretiva, in quanto deprimono la secrezione gastrica, modulando la peristalsi.
Nelle gastriti di tipo iposecretivo, trovano impiego, invece, acque carboniche, sodiche e sodico-solfate, poiché stimolano la secrezione gastrica e migliorano la coordinazione motoria.
Recenti studi sperimentali, condotti negli USA, ipotizzano un ruolo importante per acque oligominerali con pH superiore a 8.5 nel trattamento dell’iperacidità gastrica e nel reflusso gastro-esofageo. Sembrerebbe infatti che che l’utilizzo di questo tipo di acque minerali sia in grado di inibire la conversione da pepsinogeno in pepsina (enzima digestivo proteolitico) ed esercitare un significativo effetto-tampone sull’acido cloridrico contenuto nello stomaco.
Infine, per chi soffre di gastrite o meteorismo, l’acqua effervescente naturale o gassata può risultare controindicata in quanto può essere causa di gonfiori di stomaco, flatulenza, accentuazione del reflusso gastroesofageo.
Le vie biliari
Per quanto concerne colecisti e vie biliari, la terapia idropinica della calcolosi della colecisti si basa sull’impiego di acque bicarbonato-alcaline, che alcalinizzano la bile e ne diminuiscono la viscosità, unitamente ad acque bicarbonato-alcalino-terrose per la loro azione rilassante sullo sfintere di Oddi ( che collega colecisti e duodeno tramite il coledoco ).
Corretto anche l’uso di acque sodiche o sodico-solfate per la loro azione di stimolo del flusso biliare verso l’intestino e di secrezione della bile da parte del fegato.