Un’acqua può essere considerata potabile solo se è sicura sotto il profilo chimico e microbiologico. Vediamo quali sono gli agenti patogeni più comuni e tutti i rischi collegati.
Le acque potabili in natura sono sempre più rare, soprattutto a causa dei contaminanti microbiologici, organismi invisibili a occhio nudo che rappresentano una minaccia per la nostra salute. Dopo aver analizzato i contaminanti inorganici e organici scopriamo quali sono gli agenti patogeni più diffusi in Italia e tutte le malattie che possono provocare se vengono ingeriti.
I contaminanti microbiologici dell’acqua
Attraverso l’acqua possono trasmettersi numerose patologie, causate da microrganismi di diverse specie. Ordinandoli dai più grandi ai più piccoli abbiamo: elminti, protozoi, funghi, batteri e virus.
Nella tabella che segue riportiamo i contaminanti microbiologici dell’acqua più comuni e le malattie collegate al consumo di acqua inquinata.
Classificazione | Patologia | Specie |
Elminti (vermi) | Elminitiasi | Schistosoma (larva) Fasciola Epatica (larva) Taenia solium (uova) Echinococcus (uova) |
Protozoi | Dissenteria amebica | Entameba histolitica |
Giardiasi | Giardia intestinalis | |
Criptospridiosi | Cryptosporidium parvum | |
Batteri | Tifo e paratifo | Salmonella typhi e paratyphi A e B + altre salmonelle |
Gastroenterite | Shigella (varie specie) Yersinia enterocolitica Escherichia coli (enteropatogeno) Campylobacter jejuni |
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Colera | Vibrio cholerae | |
Virus | Gastroenterite | Adenoirus Echovirus Norwalk virus |
Epatite | Epatite A, Epatite E |
Acqua potabile e rischi di contaminazione
Un’acqua non controllata non deve mai essere bevuta. Freschezza, limpidezza e sapore gradevole non sono infatti sufficienti a garantire l’assenza di microrganismi patogeni e altri inquinanti.
Le uniche fonti che possono offrire buone garanzie di sicurezza sono quelle lontane dagli insediamenti umani, come le sorgenti di montagna. Basta però la presenza di animali al pascolo per aumentare la possibilità di contaminazione delle acque.
Lo stesso vale per l’acqua di pozzi profondi: anche se dovrebbe essere protetta meglio dall’inquinamento, non è sempre potabile. La necessità di controlli periodici ed eventuali trattamenti di potabilizzazione riguarda quindi anche queste acque.
A quali analisi sottoporre le acque?
La sicurezza dell’acqua che arriva nelle nostre case attraverso la rete idrica è garantita dalla legge, che obbliga le aziende acquedottistiche a effettuare controlli frequenti e scrupolosi anche dopo i trattamenti previsti.
Per quanto riguarda gli approvvigionamenti privati, dopo aver verificato la regolarità e l’efficienza delle opere di captazione, si consiglia di eseguire un’analisi di tipo batteriologico. Se questo esame ha esito favorevole si può procedere a un’analisi chimica di base, per conoscere tutte le caratteristiche dell’acqua. All’occorrenza andranno ricercati contaminanti specifici in base al luogo e alle condizioni ambientali, valutando la presenza di industrie, allevamenti, aziende agricole, ecc.
Se l’esame batteriologico attesta la presenza di contaminanti sarà necessario confrontarsi con degli esperti per capire se abbandonare la risorsa idrica o risolvere i problemi con appositi trattamenti di potabilizzazione.
Fonte: ARPAT – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana