L’acqua potabile che arriva nelle nostre case entra in contatto con diverse sostanze, non sempre pericolose. Scopriamo da cosa dipendono e cosa provocano i principali contaminanti inorganici dell’acqua.
Nel suo viaggio nel sottosuolo, tra falde acquifere e tubature, l’acqua potabile può essere alterata da diversi contaminanti, classificati di solito in tre categorie:
- inorganici: come lo ione ammonio, i nitriti e i nitrati, composti naturali e metalli pesanti.
- organici: che contengono carbonio e possono essere sia sostanze naturali che prodotti dell’attività umana.
- microbiologici: sono invisibili a occhio nudo ma, se ingeriti, possono avere conseguenze sulla salute.
La contaminazione non mette sempre a rischio la potabilità dell’acqua, che può restare perfettamente sicura anche in presenza di alcune sostanze. Vediamo quali sono e che conseguenze possono avere i contaminanti inorganici dell’acqua.
I contaminanti chimici inorganici dell’acqua
I contaminanti inorganici dell’acqua derivano in gran parte dal contatto con sostanze che si trovano nelle falde acquifere e nelle tubature, e che possono essere più o meno tossiche per il nostro organismo. La contaminazione dell’acqua può dipendere sia da cause naturali che dall’attività dell’uomo.
Ione ammonio
Lo ione ammonio (NH4+) è prodotto dalle deiezioni umane e animali, raggiunge quindi spesso livelli più elevati nelle zone in cui si trovano allevamenti intensivi. La sua presenza nelle acque sotterranee può dipendere anche dal deterioramento di alcuni materiali – come resti di piante o torba – durante i processi di fossilizzazione.
Lo ione ammonio non è tossico ed è tollerato dal nostro organismo. Viene considerato pericoloso soltanto se è assunto in quantità superiori rispetto alla nostra capacità di smaltirlo, oppure se è associato ad analisi microbiologiche sfavorevoli, che potrebbero rilevare inquinamento da batteri o da reflui animali e scarichi urbani.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e numerose legislazioni nazionali non fissano limiti per la presenza di ione ammonio nelle acque potabili. In Italia la legge ha invece introdotto un valore limite (0,50 milligrammi per litro), pur classificando lo ione ammonio fra le sostanze indesiderabili e non tra quelle tossiche
Nitriti e nitrati
Tra i contaminanti inorganici più rischiosi dell’acqua potabile troviamo anche nitriti e nitrati. Queste sostanze possono essere prodotte in natura da processi ossidativi dello ione ammonio, oppure essere legati all’uso in agricoltura di fertilizzanti azotati. Lo ione nitrato è infatti presente nei sali solubili impiegati come fertilizzanti, può quindi contaminare le acque sotterranee penetrando nel suolo agricolo. In base alla normativa, i valori limite nell’acqua potabile sono 0.5 mg/L per i nitriti e 50 mg/L per i nitrati.
I contaminanti inorganici di origine minerale
Tra i contaminanti inorganici dell’acqua troviamo anche sostanze di origine minerale che, pur non essendo pericolose per l’uomo, possono alterare il colore, il sapore e la torbidità dell’acqua.
Manganese e ferro
Alte concentrazioni di manganese e ferro risultano invisibili nelle acque sotterranee, che se sono povere di ossigeno riescono a restare limpide. La situazione cambia quando l’acqua sale in superficie e gli ioni si ossidano, mostrando i loro effetti. Pur non essendo rischiosa per la salute, un’acqua troppo ricca di ferro e manganese diventa sgradevole: è giallastra, torbida e dal sapore ferroso. Oltre ad essere poco invitante, un’acqua potabile con concentrazioni troppo alte di ferro e manganese può corrodere le tubature e macchiare il bucato durante il lavaggio. Per questi motivi, dove le acque sono particolarmente ricche di ferro e manganese, gli acquedotti sono dotati di appositi depuratori per rispettare i valori limite per l’acqua potabile, che sono di 200 µg/L per il ferro e 50 µg/L per il manganese.
Acido solfidrico
L’acido solfidrico, o idrogeno solforato, è un gas facilmente riconoscibile per il caratteristico odore di uova marce. Questa sostanza è spesso ritenuta, a torto, un indice di scarsa qualità dell’acqua potabile. Niente di più sbagliato: ci sono acque sotterranee con acido solfidrico assolutamente pure dal punto di vista microbiologico, e l’impiego curativo delle acque sulfuree usate come bevande, ad esempio nelle terapie idropiniche, è noto da secoli. La normativa prevede comunque che questa sostanza naturale non sia presente nelle comuni acque potabili, per evitarne il consumo prolungato e l’odore sgradevole che conferisce.
Torbidità dell’acqua
La torbidità dell’acqua può dipendere dalla presenza di materiale argilloso, oppure da idrossidi di ferro o alluminio. Gli idrossidi di ferro o alluminio sono usati nel processo di potabilizzazione delle acque superficiali e a volte possono finire erroneamente nella rete acquedottistica, dando luogo anche a fenomeni di corrosione delle tubature e conseguenti acque rosse, per la presenza di questi idrossidi.
I contaminanti inorganici tossici
Alcuni dei contaminanti inorganici che possono essere presenti nelle acque sono tossici. Tra questi segnaliamo in particolare i metalli pesanti, come cadmio, cromo, piombo, arsenico, mercurio, nichel.
I metalli pesanti possono avere origine naturale o essere legati alle attività dell’uomo. Nel primo caso si trovano nelle rocce, quasi sempre sotto forma di composti molto poco solubili (ossidi, solfuri…) che raramente riescono a contaminare le acque circolanti. I metalli pesanti rilasciati nell’ambiente dalle attività umane non sono invece sempre innocui.
Data la loro tossicità, i metalli pesanti hanno valori limite davvero bassi, solitamente calcolati nell’ordine dei microgrammi (milionesimi di grammo) per litro. Tanto più un metallo è tossico, quanto più basso è il suo valore limite. A volte basta una piccolissima quantità di un qualsiasi metallo pesante per compromettere la potabilità dell’acqua. Sono sufficienti ad esempio 5 milligrammi di cadmio per contaminare un metro cubo di acqua. Fanno eccezione il rame e lo zinco, che grazie alla loro minore tossicità hanno valori limite più alti.
Fonte: ARPAT – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana