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Salsomaggiore, Montecatini, Fiuggi e Chianciano: storia, caratteristiche e proprietà terapeutiche di quattro tra le più note acque termali italiane.
Acque termali di Salsomaggiore (PR)

Quelle di Salsomaggiore sono acque salsobromoiodiche ipertoniche fredde. Vengono estratte da pozzi profondi tra gli 800 e i 1200 metri e quando sgorgano hanno una temperatura di circa 16/17°. Usate già dai Celti e dai Romani per l’estrazione del sale da cucina, hanno iniziato a essere impiegate per scopi curativi in tempi relativamente recenti. È stata l’intuizione del medico condotto Lorenzo Berzieri a svelare nel 1839 le proprietà terapeutiche di queste acque uniche, ricchissime di sali minerali (150 grammi per litro). In particolare vanno segnalati gli alti valori di iodio e di bromo (0,054 e 0,23 grammi per litro), presenti più che in ogni altra acqua termale italiana.
Utilizzi e indicazioni terapeutiche
Le acque di Salsomaggiore sono usate soprattutto per bagni e fanghi termali, efficaci per contrastare in modo naturale diversi disturbi di carattere reumatico, respiratorio, ginecologico e venoso periferico. Sono previste prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
Link al sito delle Terme di Salsomaggiore
Acque termali di Montecatini (PT)
Alcuni documenti attestano l’uso delle acque di Montecatini già ai tempi dei romani. L’esame delle loro proprietà inizia però ufficialmente solo nel XV secolo. Fu Ugolino Simoni da Montecatini, considerato il padre della moderna idrologia, ad approfondire per primo la natura di alcuni bagni usati dai contadini locali per curare dolori articolari e altri disturbi. Essendo costituite principalmente da cloruri e solfati di sodio e magnesio, le acque di Montecatini rientrano nel gruppo delle acque salso-fosfato-alcaline e contengono anche litio, iodio, potassio, calcio, silicio, zolfo e fosfati.
Le acque termali sgorgano da 4 fonti diverse (Rinfresco, Leopoldina, Regina e Tettuccio), ognuna con specifiche proprietà terapeutiche. L’azione filtrante dei depositi di calcare, diaspri, macigno e argilla presenti nel sottosuolo, rende l’acqua che affiora in superficie batteriologicamente pura, pronta per essere bevuta o imbottigliata. Grazie alla loro fisiologicità, ossia alla capacità di essere facilmente assorbite dall’organismo, tutte le acque di Montecatini sono usate per le cure idropiniche, anche in convenzione con il SSN.
Utilizzi e indicazioni terapeutiche
Bere le acque termali di Montecatini, sotto controllo medico, aiuta a contrastare diverse patologie gastro-intestinali ed epato-biliari, come stipsi, gastriti, disturbi della digestione e steatosi epatica. Le acque Leopoldina e Rinfresco sono utilizzate anche per la fango-balneoterapia, indicata per disturbi scheletrici, muscolari e articolari e per le malattie della pelle. Le terapie inalatorie con la Leopoldina agiscono infine sui disturbi respiratori.
Link al sito delle Terme di Montecatini
Acque termali di Fiuggi (FR)

Note già in epoca romana, le virtù benefiche e depurative delle acque termali di Fiuggi sono state apprezzate nei secoli da personaggi illustri, come Bonifacio VIII e Michelangelo Buonarroti. Le prime valutazioni scientifiche sulla composizione delle acque iniziano nella seconda metà dell’800, per essere poi completate con l’analisi chimica/spettroscopica intorno al 1950. Classificate come “acque naturali, sorgive, oligominerali”, le acque di Fiuggi scorrono nel sottosuolo a una profondità di 8-20 metri e sgorgano a una temperatura di 12,4°C. La particolare conformazione tufacea del terreno, che alterna strati permeabili e semipermeabili, agisce da filtro naturale, riducendo la quantità di sali minerali presenti nell’acqua. Il risultato è un’acqua celebre per la sua capacità di stimolare la funzionalità renale e per i suoi effetti diuretici e depurativi.
Utilizzi e indicazioni terapeutiche
Le cure idropiniche con le acque termali di Fiuggi sono offerte anche in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento delle seguenti patologie:
- Calcolosi delle vie urinarie e sue recidive
- Calcolosi renale
- Calcolosi vescicale
- Calcolosi ureterale
- Microlitiasi o renella
L’efficacia delle acque termali di Fiuggi non si limita ai disturbi reali ma agisce anche sulla gotta e sulle infiammazioni intestinali. Le acque vengono inoltre utilizzate per le terapie inalatorie per problemi otorinolaringoiatrici.
Link al sito delle Terme di Fiuggi
Acque termali di Chianciano (SI)
Quella di Chianciano è una delle stazioni termali italiane più frequentate e ricche di storia. Santuari dedicati alle divinità delle acque attestano infatti che già gli Etruschi conoscevano le virtù delle terme. Le acque sgorgano da 4 sorgenti naturali, e hanno caratteristiche e utilizzi diversi.
Proprietà delle acque e indicazioni terapeutiche
- Acqua Santa: è un’acqua bicarbonato-solfato-calcica. Nasce nell’omonimo parco a una temperatura costante di 33°C e si beve direttamente alla fonte nelle terapie idropiniche, offerte anche in convenzione con il SSN. Stimola il metabolismo e la digestione, è depurativa e detossinante; per questo viene utilizzata anche per ridurre gli effetti di alcune terapie farmacologiche. È efficace inoltre per contrastare i disturbi del fegato e delle vie biliari, come la dispepsia gastroenterica e la calcolosi biliare.
- Acqua Sillene: sgorga a 38,5°C ed è ricca di anidride carbonica e minerali, responsabili del suo aspetto opaco. Viene usata nella balneoterapia carbogassosa e nei fanghi termali per le patologie vascolari e artroreumatiche.
- Acqua Fucoli: è una minerale fredda che emerge a 16,5°C e si classifica come bicarbonato-solfato-calcica. Nelle cure idropiniche è assunta dopo la digestione per favorire il deflusso, regolarizzare l’intestino e svolgere un’azione antinfiammatoria sulla mucosa gastroduodenale. Il suo elevato contenuto di calcio aiuta inoltre a prevenire l’osteoporosi.
- Acqua Santissima: bicarbonato-solfato-calcica-alcalino-terrosa usata per inalazioni, areosolterapia e docce nasali. È un’acqua ipotermale che sgorga a 24°C, efficace per il trattamento dei problemi alle vie respiratorie e ai bronchi.