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Restare idratati è importante sempre, ma in alcuni momenti ancora di più. Ecco quando dobbiamo assicurarci di bere più acqua per non rischiare la disidratazione.
Per mantenere la corretta idratazione gli esperti suggeriscono di bere almeno 1.5 litri di acqua al giorno, da distribuire nell’arco delle 24 ore. Questa indicazione generale va però aumentata quando perdiamo più liquidi e cresce il rischio di disidratazione.
Ecco 7 occasioni in cui dobbiamo bere di più, perché il fabbisogno idrico aumenta, anche se non ce ne accorgiamo.
Quando facciamo sport
Gli sforzi fisici fanno aumentare la temperatura corporea e di conseguenza la sudorazione, il meccanismo innescato dall’organismo per contrastare gli sbalzi termici. Attraverso il sudore perdiamo liquidi e sali minerali, che vanno reintegrati bevendo più acqua. Proprio per questo la corretta idratazione è fondamentale per chi fa sport. Quando sono previsti allenamenti o prove fisiche particolarmente dure, si consiglia di iniziare con una pre-idratazione un’ora prima dell’attività (500-700 millilitri d’acqua), per poi bere a piccoli sorsi ogni 15-20 minuti mentre si fa sport e al termine della sessione, anche se non si avverte la sete.
Le acque più indicate per gli atleti sono quelle ricche di sali o mediominerali, con residuo fisso non inferiore a 500 mg/L. Segnaliamo in particolare le acque minerali bicarbonato-calciche, perché il calcio facilita la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione muscolare, e le acque magnesiache, che grazie al loro apporto di magnesio aiutano a prevenire i crampi e a smaltire più rapidamente l’acido lattico.
Quando fa caldo
Quando bere più acqua? Sicuramente quando fa caldo. L’aumento delle temperature fa salire anche il livello di sudorazione e traspirazione, imponendo un adeguato reintegro di liquidi e sali minerali. D’estate, e in generale quando si inizia a sudare, è quindi d’obbligo bere più acqua, a temperatura ambiente o fresca, ma mai ghiacciata. Se si cerca un effetto dissetante sono da provare anche infusi e tè caldi, come quelli consumati dalle popolazioni che vivono in aree desertiche.
Quando abbiamo la febbre
La disidratazione non è soltanto una minaccia estiva, ma è in agguato anche quando arrivano il freddo e i primi malanni stagionali. Se la febbre alta ci fa sudare, bere più acqua permette di compensare le perdite di liquidi e sali, e di espellere scorie e tossine. Proprio per questo, in caso di febbre, gli esperti consigliano di consumare almeno 2 litri di acqua al giorno, da integrare eventualmente con brodo caldo (vegetale o di pollo), tisane, infusi o spremute di agrumi.
In seguito a vomito e/o diarrea
Vomito e diarrea sono una delle possibili cause della disidratazione. Episodi persistenti possono alterare il bilancio idrico e provocare squilibri elettrolitici. Per questo motivo, quando si sta male, i medici raccomandano bere acqua in abbondanza e di preferire cibi liquidi.
Dopo sauna e bagno turco
Sauna e bagno turco hanno moltissimi effetti benefici, ma provocano una perdita di liquidi da non sottovalutare, specialmente in presenza di patologie renali. Proprio per questo, tra le regole da seguire per una sauna perfetta, troviamo sempre la raccomandazione di bere subito dopo 2 o 3 bicchieri d’acqua.
Ad alta quota
Non tutti lo sanno, ma sopra i 2500 metri aumenta il pericolo di disidratazione. Ad alta quota il nostro corpo tende infatti ad espellere più liquidi attraverso l’urina. L’aria secca e rarefatta aumenta inoltre la frequenza della respirazione, disperdendo acqua anche se non sudiamo e non avvertiamo lo stimolo della sete. Lo stesso accade quando scendono le temperature e durante i viaggi in aereo.
In seguito a ustioni o emorragie
Sia le emorragie che le ustioni (anche quelle solari) causano una perdita di liquidi, che può essere più o meno seria. Per contrastare i dispendi idrici la soluzione è sempre la stessa: bere più acqua, avendo cura di seguire i consigli del medico nelle situazioni più gravi.
Ricordiamo infine che bere più acqua è fondamentale anche in alcune fasi della vita particolarmente delicate, ad esempio durante la gravidanza e l’allattamento, ma anche in età avanzata.