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La raccolta differenziata e il riciclaggio degli imballaggi sono tematiche di grande attualità. Scopriamo come è organizzato il ciclo di vita di una bottiglia dell’acqua minerale.
Ti sei mai chiesto qual è il ciclo di vita di una bottiglia d’acqua? Il packaging dell’acqua minerale richiede attenzioni specifiche rispetto ad altri prodotti. L’acqua è infatti un bene vivo e ricco di benefici sull’rganismo, da tutelare in fase di imbottigliamento.
I contenitori devono proteggere le caratteristiche organolettiche dell’acqua, ma anche resistere alle alterazioni che potrebbero modificarne il sapore o l’odore. Fino alla prima metà degli anni ’80 l’acqua in bottiglia è stata commercializzata principalmente in vetro, utilizzando il sistema del vuoto a rendere. Il vetro è stato poi soppiantato dal PET, una resina termoplastica adatta anche alla conservazione delle bevande gassate. Economico e più facile da trasportare, il PET ha visto crescere rapidamente la sua quota di mercato, oggi stimata intorno al 70-75% dell’intera produzione.
Il CONAI e il riciclaggio dei contenitori in Italia
Insieme al consumo di acque minerali in bottiglia è cresciuta anche la necessità di controllare e razionalizzare i rifiuti prodotti. È nato così un sistema di raccolta e riciclaggio delle confezioni. Nel 1997 è stato istituito il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), un organismo privato che rappresenta la risposta delle imprese al problema ambientale. I produttori e gli utilizzatori aderenti versano al consorzio un contributo per ogni contenitore realizzato o utilizzato. Il CONAI reinveste nelle attività di raccolta differenziata e riciclo, occupandosi anche del ciclo di vita delle bottiglie dell’acqua.
Il ciclo di vita delle bottiglie di vetro
Pur essendo più costoso e pesante rispetto ai materiali plastici, il vetro possiede tre caratteristiche fondamentali: è chimicamente inerte, riciclabile e riutilizzabile. Il tasso di riciclo del vetro, cioè il rapporto fra quello riciclato e quello immesso al consumo, è del 71% in Italia. Della gestione degli imballaggi in vetro si occupa il Co.Re.Ve., il Consorzio Recupero Vetro che fa parte del sistema CONAI.
Il vetro prelevato dalle campane viene frantumato e portato in vetreria per essere fuso. Nascono così nuovi contenitori che, oltre a mantenere le caratteristiche chimiche e fisiche originarie, posso essere trasformati tante altre volte senza subire alterazioni.
Da questo circolo virtuoso si ottengono tre risultati:
- si riduce lo spreco di materie prime (come sabbia, calcare e soda);
- diminuisce il consumo energetico;
- cala il volume dei rifiuti da smaltire.
Il ciclo di vita delle bottiglie di plastica (PET)
In Italia vengono commercializzati ogni anno 2 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica. Di questi, 250 mila tonnellate derivano dall’acqua in bottiglia (PET). La quota riciclata dal Corepla, il consorzio specializzato nel recupero degli imballaggi in plastica, si aggira intorno alle 170 mila tonnellate, di cui 100 provenienti dall’acqua minerale. Le bottiglie raccolte vengono pulite e suddivise in gruppi in base al colore e alla composizione. Sono poi riciclate in forma di scaglie o granuli, pronti per prendere nuove forme.
Grazie al Decreto Ministeriale n. 113 del 18/05/2010 il PET può essere utilizzato fino al 50% per produrre nuove bottiglie per l’acqua minerale naturale, ma non solo. In base ai dati diffusi dal Corepla, il ciclo di vita delle bottiglie fornisce un contributo prezioso in diversi settori merceologici. Con il PET di 27 bottiglie si può realizzare ad esempio una felpa in pile, mentre ne bastano 8 per un maglione. Dal PET si è inoltre ricavato un filato, usato per confezionare le divise degli operatori ecologici di Como.
Il ritorno del vuoto a rendere
Il ciclo di vita delle bottiglie dell’acqua non termina necessariamente con lo smaltimento e il riciclo, ma può coinvolgere anche il riuso. Il Ministero dell’Ambiente ha lanciato di recente il ritorno del vuoto a rendere, ma limitandolo alle attività commerciali. Il progetto inizia con una fase di sperimentazione, che durerà un anno a partire dal 10 ottobre 2017.
Il vuoto a rendere si applica ai contenitori riutilizzabili di acqua e birra di volume compreso tra i 0,20 e 1,5 litri. Quindi solo a imballaggi particolarmente resistenti. Contestualmente all’acquisto delle bevande, gli esercenti di bar, ristoranti, alberghi e altri esercizi verseranno una cauzione tra i 5 e i 30 centesimi, a seconda delle caratteristiche del vuoto. La cauzione verrà poi restituita dal grossista all’esercente alla riconsegna degli imballaggi.