Anna usa acqua decalcificata fai da te per preparare le tisane e ci chiede alcuni consigli per l’acquisto di un nuovo bollitore e sulla correttezza della procedura che segue.
Da tempo Anna fa bollire un paio di litri d’acqua al mattino per poter bere acqua decalcificata nel corso della giornata. Dopo 15/20 minuti di bollitura, lascia decantare l’acqua e poi la usa per tisane e infusi. Ci ha scritto per chiarire qualche dubbio riguardo questa procedura.
1) Bollitore in acciaio per acqua decalcificata
Vorrei acquistare un nuovo bollitore in pyrex, ma non ne trovo di abbastanza capienti. L’acciaio va bene per questa operazione di lunga bollitura e decantazione? O è meglio lo smalto? Lo smalto si rovina più in fretta dell’acciaio, ma forse è più facile da ripulire dai residui di calcare.
Un bollitore di acciaio inox è sicuramente un’ottima scelta. L’acciaio è infatti un materiale completamente inerte, ed è più resistente rispetto al pyrex e allo smaltato. Per la sua manutenzione ti consigliamo di lavare regolarmente le superfici interne con una soluzione di acqua e aceto, così da eliminare l’eventuale patina di calcare che si può depositare.
2) Far bollire l’acqua due volte
Ho letto che l’acqua non dovrebbe essere bollita una seconda volta, è vero? Mi interessa perché uso l’acqua decalcificata per le tisane e devo riscaldarla più volte durante la giornata per ottenere un buon infuso.
Nulla vieta di riscaldare o bollire l’acqua più volte prima di usarla per le tisane, non c’è nessuna controindicazione basata su criteri scientifici. Semmai è vero il contrario. L’acqua bollita perde infatti per evaporazione le sostanze disinfettanti, è quindi più esposta al rischio di contaminazione con i microrganismi presenti nell’ambiente. Una seconda bollitura è di conseguenza una buona precauzione se passano diverse ore tra un primo e un secondo utilizzo della stessa acqua decalcificata.
3) Acqua decalcificata per tisane
Vi chiedo infine, quella che sto attuando è una buona procedura? L’acqua decalcificata che ottengo mi piace molto, ma magari farei bene a berla così come esce dal rubinetto, anche se a Roma l’acqua è notoriamente molto pesante.
Conosciamo molto bene il problema dell’acqua potabile di Roma e del Sud del Lazio. Si tratta di un’acqua ricca di carbonati e altri sali di calcio e di magnesio che ne determinano la cosiddetta “durezza“. L’elevata concentrazione di questi sali minerali provoca incrostazioni negli elettrodomestici, nelle caldaie e nelle stoviglie, generando il cosiddetto calcare.
Una soluzione adottata da diverse persone è quella di installare delle apparecchiature, dette “addolcitori”, all’entrata della tubazione che porta l’acqua in casa. Queste apparecchiature sono dotate di sistemi di diversa natura che “filtrano” l’acqua, liberandola dei sali e dei metalli più pesanti e rendendola più “leggera”.
L’alternativa che utilizzi, cioè la bollitura dell’acqua, è sicuramente il metodo più semplice ed economico per far decantare i sali più pesanti. La bollitura elimina inoltre la maggior parte del cloro, utilizzato per la disinfezione delle acque potabili, che potrebbe alterare l’aroma di tisane, infusi e tè. Ti consigliamo però di filtrare l’acqua bollita attraverso un telo di cotone, così da rimuovere anche i cristalli di calcare più piccoli, invisibili a occhio nudo.
Concludiamo segnalandoti che sul sito puoi trovare molte altre utili informazioni sugli addolcitori domestici e sui sistemi di potabilizzazione dell’acqua.