Gli abiti fatti con bottiglie di plastica sono una delle tante applicazioni dell’upcycling. Diamo un’occhiata al lavoro dei brand impegnati nella valorizzazione del PET.
Gli abiti fatti con bottiglie di plastica trasformano i rifiuti in oggetti belli e pratici. Le fibre tessili ricavate dal PET vanno oltre il semplice riciclo, producendo valore in modo ingegnoso ed ecocompatibile. Partendo dal fenomeno dell’upcycling, scopriamo le idee più interessanti per recuperare le bottiglie di plastica nel settore della moda.
Cos’è l’upcycling?
Il concetto di upcycling supera quello del riciclo classico e lo reinterpreta, creando oggetti che valgono più dei materiali impiegati. Gli abiti fatti con bottiglie di plastica sono un esempio perfetto di upcycling. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1994 dall’ingegnere meccanico Reiner Pilz, in contrapposizione a downcycling. Pilz, impegnato nella creazione di arredi con gli scarti dell’edilizia, sosteneva la necessità di valorizzare i rifiuti, convertendoli in nuovi prodotti di maggior pregio. L’upcycling negli anni è diventato una vera tendenza. I suoi punti di forza? L’attenzione alla sostenibilità, il risparmio e l’originalità degli oggetti realizzati.
Fast-fashion e sostenibilità ambientale
La diffusione delle catene di abbigliamento a basso costo ha conseguenze pesanti. Anche senza entrare nel merito dei processi produttivi, la moda low-cost ha creato una quantità mai vista di rifiuti tessili. Secondo un’inchiesta di Newsweek, il volume di vestiti gettati via dagli americani ogni anno è passato da 7 a 14 milioni di tonnellate. Solo una piccolissima parte degli scarti è redistribuita tra i più bisognosi, il resto finisce nelle discariche e negli inceneritori. Gli abiti di bassa qualità sono spesso realizzati con tinture chimiche, che durante lo smaltimento rilasciano tossine e altre sostanze dannose per l’ambiente e per la salute.
La rivoluzione degli abiti fatti con bottiglie di plastica
A bilanciare in parte questa folle corsa al consumo c’è il tentativo, da parte di alcuni brand e designer, di progettare nuovi tessuti partendo dai materiali di scarto. Gli abiti fatti con bottiglie di plastica sono una delle applicazioni più suggestive e promettenti di questa nuova forma di upcycling. Ecco alcuni esempi.
Polartec, pionieri del pile
Polartec è un marchio leader nello studio di innovativi tessuti riciclati. L’azienda statunitense nel 1981 ha inventato il pile, un materiale estremamente caldo ed economico che ha presto conquistato il mondo. Recentemente la Polartec ha dichiarato di aver sottratto alle discariche più di un miliardo di bottiglie di plastica, trasformandole in 27 milioni di capi di abbigliamento.
Patagonia
Patagonia ha un approccio di marketing non convenzionale, che invita i consumatori a comprare meno. L’azienda consiglia di riparare i capi danneggiati, anziché sostituirli, e ritira nei suoi punti vendita abiti dismessi da riciclare. Il brand è stato uno dei primi a commercializzare, nel 1993, capi in pile fatti con bottiglie di plastica. Ancora oggi Patagonia impiega bottiglie di soda, rifiuti e vecchi indumenti per realizzare le sue collezioni.
Q-Bottles: upcycling Made in Italy
Q-Bottles è un progetto di crowdfunding lanciato da Quagga, un’azienda italiana che produce capi con fibre riciclate e prive di sostanze nocive. L’idea ha già ottenuto il finanziamento necessario per realizzare capi abbigliamento con la plastica delle bottiglie riciclate. Le felpe e le polo, ad esempio, sono fatte con 9 o 12 bottiglie sottratte all’ambiente, da cui il nome delle linee: -9 e -12 Bottles.
Insecta Shoes: bottiglie di plastica e materiali di recupero
Insecta Shoes è un marchio brasiliano che offre calzature ricavate da bottiglie di plastica in PET, abiti vintage e gomma riciclata. Il risultato sono scarpe coloratissime e di gran moda, ecologiche e vegane. Ogni modello è realizzato solo in piccoli quantitativi, mantenendo un approccio artigianale e votato all’esclusività.
Conscious Exclusive di H&M
Anche H&M ha provato a fare la sua parte, lanciando “Conscious Exclusive 2017”, la sua collezione di abiti fatti con bottiglie di plastica. Il progetto è nato dalla collaborazione con Bionic, una start up che ha già riciclato circa 7 milioni di contenitori e oggetti in plastica per realizzare vestiti, scarpe sportive e attrezzature da campeggio.